Un viaggio in cammino

martedì 30 agosto 2016



Era proprio quello che mi mancava...

Io amante del mare, del sole, delle giornate passate in spiaggia a far niente o quasi, per quest'anno avevo proprio bisogno di un "viaggio in cammino".

Un viaggio in cammino anche dentro me stessa, un viaggio "interiore" se così lo vogliamo definire. 



La nostra meta è stata Santiago de Compostela percorrendo il cammino portoghese. Una meta pensata, sudata e raggiunta dopo aver percorso 370 km a piedi. Un cammino "di coppia" che ho intrapreso con il mio ragazzo e di cui vado molto fiera.

Avevo proprio bisogno di staccare dalla solita routine e anche dalla solita vacanza solo svacco. Volevo avere tempo per pensare, per mettermi alla prova e imparare a credere ancora di più in me.
Non avrei mai creduto che sarei riuscita a camminare per km e km ogni giorno, per 15 giorni di fila, con uno zaino di 8 kg sulle spalle. 
E poi ancora che i miei giorni sarebbero iniziati alle 5 (se non prima) per finire alle 22, che avrei camminato dalle 4 alle 7 ore filate, con pause minime, con dolori ai piedi, alle gambe, alle spalle.

Qualcuno dice che il Cammino di Santiago si fa in tre fasi: fisico, mentale e spirituale, e anche per noi è stato inevitabilmente così.
Abbiamo avuto un inizio fisicamente provante, non abituati al peso dello zaino e a camminare per cosi tanto tempo, i dolori, le vesciche... I pensieri dei primi giorni erano un continuo "ma chi ce l'ha fatto fare?", "torniamo a casa", "non ce la faremo mai!", ma sono durati davvero poco, perchè arrendersi?!?!
E poi abbiamo iniziato a far amicizia, ci sono persone che arrivano da ovunque e con i quali scambi qualche battuta, qualche risata, che poi diventa un pezzo di cammino e poi un invito a cena e poi ci si ritrova negli stessi albergue, perchè se hanno il tuo stesso passo, gira che ti rigira ti ritrovi ogni sera...
Come le suore polacche e il sacerdote, come le quattro signore bulgare (poi diventate due), come "Paolo" e la sua ragazza (il vero nome è Luca, ma noi lo abbiamo soprannominato cosí perchè assomiglia tanto al nostro fisioterapista) e poi ancora Daniel (esperto di cammini) e la morosa spagnola Sofia, Alberto (il Pr, organizzatore di cene italiane), le due maestre di Brescia (Elena e Lucia), la signora francese, le due greche, Giancarlo (il sardo dal cuore d'oro), Eugenio ("o carallo" il ragazzo portoghese) e ancora Mariana (la ragazza di Lisbona), le due sisters (sorelle di Barcelos), i ragazzi pugliesi (Ilaria, Luca, Anna e mamma Angela), Ilaria, Tina, Davide, Nicola e la ragazza olandese... Tutte persone che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino e che in qualche modo ci hanno lasciato una parte di loro. Alcuni di loro sono stati solo di passaggio e neanche conosciamo i loro veri nomi, abbiamo imparato a definirli con soprannomi o semplicemente con la loro nazionalità. 

Il mio ragazzo me l'ha ripetuto spesso durante il cammino ed è una frase che ho adorato dalla prima volta in cui l'ho sentita...

Il Cammino di Santiago è come la vita, le persone si incontrano, incrociano il tuo percorso per un momento e poi non le rivedi più, altre le rincontri a distanza di tempo e altre ancora ti stanno accanto per tutto il viaggio.


E credo che il bello del cammino sia anche questo, incontrare, conoscere, scambiarsi due parole, salutarsi e ritrovarsi più avanti, in qualche altra città, in qualche altro albergue.
Si conoscono persone da tutto il mondo, si parlano lingue diverse, un po' ci si capisce, un po' ci si fa capire e a volte si sorride pur non sapendo cosa ti stanno dicendo.
Il Cammino accomuna tutti ed è bella questa condivisione. La condivisione che nella vita "reale" abbiamo perso a causa della vita che conduciamo e anche a causa di questi smartphone che ci stanno rovinando.
Durante il cammino si ha molto tempo per pensare ed è anche bello prenderselo dopo tanti mesi di nostop. 
È bello pensare a sè, alla propria vita, alle proprie idee e a tutto quello che si vuole. 
"E non lo possiamo fare in qualsiasi posto?" Si! Ma io credo che farlo durante un cammino sia tutta un'altra cosa, perchè in quel momento prendi realmente coscienza di chi sei, della tua forza fisica, ma soprattutto mentale. 
Porti dei limiti e capire che puoi spingerti ben oltre, che ce la fai e solo tu puoi deciderlo.
Torno da questo cammino ricca di emozioni, di carica, di pace e felicitá, che spero di riuscire a portare nella mia vita di tutti i giorni e quando avró paura di non farcela, mi ricorderó di quei giorni in cui camminavo sfinita per arrivare alla meta, o di quelle ore passate sotto al diluvio. 
Possiamo arrivare dove vogliamo, se SOLO lo vogliamo, DAVVERO!!!


Buen camino nella vita di tutti i giorni!

Un sorriso per voi ^_^

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